13 giugno 2015: presentazione in Feltrinelli (Varese) de "Il furto dei Munch"


Un sogno che si avvera, un obiettivo che si raggiunge.
Cosa significa, per un esordiente, presentare un libro in Feltrinelli?


Lo ammetto: non lo so ancora. Lo saprò domani sera.
Al momento, vivo un conclave di emozione, ansia, aspettativa e attesa.
Accidit in puncto quod non contigit in anno?
Una cosa del genere. Di certo, tutto sta succedendo in modo rapido. Gli eventi si susseguono e tu cerchi di rimanere in sella, di cavalcarli -possibilmente: al meglio-, di non lasciarti disarcionare.

Mi viene da ripensare a quando ho cominciato.
A quando ho tracciato la prima riga, a quando ho pensato per la prima volta a Giulio Manfredi e ancora credevo che sarebbe stato lui il protagonista indiscusso del romanzo che mi apprestavo a scrivere.
Penso ad Agata Vidacovich e a come mi ha portata a viaggiare per l'Europa, obbligandomi a star dietro ai suoi spostamenti repentini, sempre di corsa, sempre sul filo del rasoio, sempre con menzogne plausibili sulle labbra, sempre con quegli occhi che vogliono raccontare la verità ma non possono.
E penso a Munch, piccolo e solo nella casa di legno piena dei fantasmi di chi è morto, che guarda fuori e dipinge quello che lo riempie di angoscia. Penso alle sue pennellate, le stesse che mi hanno condotta fino a qui.
Domani sarà la prima volta.
Due Munch -l'Urlo e la Madonna- serviti sul piatto di peltro (l'argento mi manca).
Vi aspetto a Varese, per questa prima tappa del Munch in viaggio.




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